L’esame organolettico

 

Perché si degusta il vino

La degustazione viene effettuata per giudicare la qualità di un vino attraverso un esame organolettico cioè effettuato attraverso i nostri sensi.
Quelli più interessati sono: la vista, l'olfatto ed il gusto.
Degustare non vuol dire bere: chiarito questo concetto essenziale, diventa allora facile capire come la degustazione non si possa effettuare a tavola mentre si mangia, magari al ristorante con gli amici.
Diversi sono i fattori essenziali per effettuare una buona degustazione:

v      Il Luogo: Una stanza ben illuminata possibilmente da lampade ad incandescenza o candele, priva di odori riconoscibili, con una temperatura compresa tra 18° e i 20°. Questo permette al degustatore di non soffrire di sensazioni di caldo e di freddo, che possono alterare il giudizio, e inoltre di non essere condizionato da elementi esterni.

v      La Situazione del degustatore: essere a stomaco vuoto.Quindi il momento migliore della giornata diventa la tarda mattinata; un moderato senso di fame stimola maggiormente i sensi! Non fumate e non bevete caffé prima della degustazione, per non inficiare il giudizio relativo ai profumi del vino. Non utilizzate profumi e dopobarba. E, dato che per la valutazione completa del vino è necessario deglutirne un poco, degustate pochi vini per volta!

Gli strumenti

Come per qualsiasi mestiere, anche il degustatore ha i suoi attrezzi per lavorare. Non molti, ma tutti indispensabili.

v      Il bicchiere: di vetro o di cristallo, l'essenziale è che sia liscio - privo di fregi o sfaccettature - trasparente, leggero e dotato di stelo, per poterlo impugnare con facilità.

v      Lo sputavino: il nome non è certo invitante e, per non addetti ai lavori, assume un significato poco gradevole. In pratica, si tratta del contenitore dove espellere il vino degustato che non va bevuto, per non ingerire un quantitativo eccessivo di alcol, che renderebbe ben poco attendibile il giudizio espresso negli assaggi successivi!

v      Il pane: mangiate del pane dopo una serie di campioni di vino, per far "riposare" i sensi, dopo averli ampiamente stimolati.
Il pane ideale è il tipo toscano, completamente privo di sale. In sostituzione, possono essere impiegati grissini o crackers, anch'essi però non salati.

v       Il cavatappi: dotato di una spirale a forma di verme, può avere le forme e le dimensioni più disparate. Oggetto da collezione, è stato anche uno strumento che ha fornito lavoro a designer affermati, che si sono scatenati nel cercare di creare pezzi unici, belli da vedere ma spesso poco funzionali. Il più adatto allo scopo è il modello a leva, leggero ed efficace. Se ne può fare a meno solo quando si effettua la degustazione di vini spumanti, che hanno il tappo facilmente estraibile con le mani o, in casi estremi, con l'apposita pinza.

La giusta temperatura

Come per il degustatore, anche il vino deve essere nelle condizioni adatte per essere degustato. Di basilare importanza la temperatura di servizio: un vino servito troppo caldo o troppo freddo non può essere giudicato. Solitamente si usa un termometro da vino che va inserito nel collo della bottiglia stappata.
La giusta temperatura risulta quindi essenziale perché le caratteristiche organolettiche siano riconosciute nel loro stadio migliore: è provato come una temperatura più alta aumenti la sensazione dolce, mentre una più bassa esalti le sensazioni di astringenza e il gusto amaro.

Temperature di servizio consigliate

v      Vini bianchi secchi leggeri e vini spumanti 8-9°

v      Vini bianchi liquorosi 10°

v      Vini bianchi secchi maturi 11-13°

v      Vini rosati e novelli 12°

v      Vini rossi giovani 13-14°

v      Vini rossi di corpo e buona struttura 15-16°

v      Vini invecchiati 16-18°

 

L’esame visivo

Con l'esame visivo si deve valutare:

v      La limpidezza: consiste nel valutare la capacità del vino a rifrangere la luce. Un vino non limpido denota errori di lavorazione o una cattiva conservazione della bottiglia.

v      Il colore: del colore si giudica la vivacità, l'intensità e la tonalità. La prima riguarda la brillantezza del colore, nel secondo caso si giudica invece profondità del colore, infine, con la tonalità si fornisce il nome delle varie sfaccettature di colore presenti.

I termini utilizzati per descrivere i vini bianchi sono:

bianco-carta, verde leggero, giallo paglierino-più o meno carico- dorato, ambrato.

I vini rosati si classificano in rosa lieve, chiaretto, cerasuolo.
I rossi hanno una scala che inizia con porpora, cerasuolo, rubino per finire poi con il granato.

 

·  La consistenza: detta anche fluidità, esprime l'anima del vino. Infatti osservando la maniera di scorrere del vino nel bicchiere siamo in grado di stabilire abbastanza precisamente il grado alcolico e il residuo zuccherino presente. Praticamente più il vino risulta denso maggiore sarà la presenza di alcol e di zuccheri.

·  L'effervescenza: nell'effervescenza si deve stabilire la qualità del perlage (le bollicine!) presenti. Per farlo, occorre giudicare, la durata del perlage, il numero di bollicine e la loro forma.Praticamente più le bollicine sono piccole e durature migliore risulta la qualità.

 L’esame olfattivo
Con l'esame olfattivo si deve giudicare:

v      La qualità dei profumi: il giudizio sulla qualità dei profumi è forse l'esame più difficile da compiere per i neofiti. Per qualità si intende la presenza di profumi puliti, privi di difetti, fini ed eleganti, sufficientemente complessi, in maniera da fornire una vasta gamma di sensazioni odorifere. Per definire la qualità di un vino si utilizzano i termini: eccellente, molto fine, fine, abbastanza fine, ordinaria, sgradevole.

v      L'intensità: riguarda la potenza con la quale gli aromi presenti nel vino si mostrano al naso. Dipende dall'insieme delle sostanze contenute e dalla temperatura a cui il vino viene servito. Per giudicarne il contenuto si utilizzano i termini: molto intenso, intenso, abbastanza intenso, poco intenso, tenue.

v      La persistenza: riguarda invece la capacità che ha un profumo di durare nel tempo, nel naso dopo la deglutizione. Per definirla si usano i termini: molto persistente, persistente, abbastanza persistente, poco persistente, sfuggevole.

v      Il riconoscimento degli odori percepiti: la descrizione dei profumi è il momento pi… importante dell'esame olfattivo. Si tratta di riconoscere la natura del profumo avvertito, cercando di paragonarla ad un elemento già conosciuto, che ne rende più facile l'identificazione. Molti sono i termini che possono essere utilizzati: impossibile elencare tutta la gamma, ma possibile invece suddividere i profumi avvertibili in gruppi omogenei.

Avremo quindi sensazioni:

*       fruttate (richiamano i frutti)

*       floreali (richiamano i fiori)

*       aromatiche (ricordano l'aroma principale del vitigno)

*       fragranti (sensazioni legate a fiori molto profumati o crosta di pane)

*       vinose (legate al profumo del mosto in fermentazione)

*       eteree (provocate dalla combinazione degli alcoli presenti nel vino)

*       vegetali (ricordano erbe aromatiche)

*       speziate (collegabili alle spezie)

*       tostate (riconducibili al legno, al cuoio)

*       animali (collegabili alle sensazioni di pelliccia)

*        mentolato-balsamiche (legate alle resine)

La ruota degli odori

L’esame gustativo

Con l'esame gustativo si deve giudicare:

v      la struttura generale del vino: è l'insieme delle sensazioni che formano a concorrere il corpo. Essa è formata dall'alcol e dall'insieme delle sostanze estrattive. Per descriverla si utilizzano termini come magro, leggero, di corpo, pieno, robusto.

v      l'armonia esistente tra i vari elementi presenti.
Terminata la degustazione, si riesce a dare un giudizio sul grado evolutivo del vino. In base all'insieme delle sensazioni analizzate, lo si può giudicare in giovane, pronto, maturo, vecchio.

Le sensazioni gustative che è possibile provare sono: dolce, amaro, acido, salato. A queste vanno aggiunte sensazioni tattili che possono influenzare in maniera decisiva il degustatore come l'astringenza o il calore.

Ogni elemento presente nel vino concorre a formare una sensazione gustativa.

v      L'alcol: fornisce calore e morbidezza. Per descrivere la sensazione di calore si utilizzano i termini alcolico, molto caldo, caldo, leggero, debole. Nella descrizione più ampia e generalizzata, si utilizzano anche termini come generoso, vigoroso, potente.

v      Gli zuccheri: provocano la sensazione dolce quando il residuo zuccherino è notevole. Altrimenti concorrono alla sensazione di morbidezza, che diventa anche pastosità o grassezza quando risultano in giusta combinazione con gli alcoli presenti. Per descrivere la sensazione dolce si usano i termini: secco, abboccato, amabile, dolce, molto dolce, stucchevole. Per descrivere invece la sensazione di morbidezza si utilizzano i termini: untuoso, vellutato, rotondo, morbido, poco morbido, carente.

v      Gli acidi: sono responsabili della sensazione acida. Per definirla si impiegano i termini: acidulo, molto fresco, fresco, sapido, piatto.

v      I tannini: presenti nei vini rossi, sono i responsabili della sensazione di astringenza, che tende a colpire le gengive in maniera più o meno decisa. Per definirla si utilizzano i termini allappante, tannico, poco tannico, carente.

Le componenti del vino devono quindi essere giudicate a livello di equilibrio. Più risultano equilibrate tra di loro, migliore sarà il risultato finale. L'equilibrio si raggiunge mettendo a confronto sensazioni "dure" come acidità e tannicità, con sensazioni "morbide", come morbidezza ed alcol.
Il risultato finale sarà giudicato con i termini: armonico, molto equilibrato, equilbrato, abbastanza equilibrato, disarmonico.

·  la natura e la qualità delle sensazioni riferite alla retrolfazione (sensazione che si avverte dopo la deglutizione): dopo la deglutizione è possibile avvertire la sensazione definita retrolfattiva, percepita cioè in via retronasale. Questa serve ad avere conferma della qualità delle sensazioni odorose presenti e per giudicarla si adotta la stessa scala descritta per la qualità dei profumi.

·  la durata (o persistenza) delle sensazioni finali: la persistenza gustativa è data dalla durata che le sensazioni gustative provate permangono in bocca inalterate.Per grandi vini, la durata della persistenza aromatica intensa può essere superiore anche ai dieci secondi. Per giudicarla si impiegano i termini: molto persistente, persistente, abbastanza persistente, poco persistente, corto.

·  lo stato evolutivo del vino: Terminata la degustazione, si riesce a dare un giudizio sul grado evolutivo del vino. In base all'insieme delle sensazioni analizzate, lo si può giudicare in giovane, pronto, maturo, vecchio.

 

Abbinamenti

Abbinare un vino a un cibo, o viceversa, significa creare un incontro tra due elementi in modo che entrambi risultino avvantaggiati dalla loro unione, che esalta le caratteristiche organolettiche degli stessi. Poche sono le regole codificate che aiutano nella formazione dei "mariages" perfetti tra cibo e vino.
Gli abbinamenti possono essere suddivisi in:

v      Tradizionali: sono quelli che legano il piatto di una regione al vino prodotto nella stessa zona. Non sempre corretto, da un punto di vista gustativo, come nel caso dell'abbacchio alla romana, servito insieme al vino bianco dei Castelli, risulta comunque sempre gradito.

v      Per contrapposizione dei sapori: quando le sensazioni del vino vanno a contrastare precise sensazioni nel cibo. Esempi precisi sono quelli che mettono a confronto l'acidità del vino con la sensazione grassa, la sensazione untuosa del cibo con la sensazione tannica oppure la tendenza dolce di un piatto con l'effervescenza di un vino spumante.

v      Per esaltazione dei sapori: quando l'abbinamento tende a mettere in luce caratteristiche simili tra i cibo e il vino. È il caso di piatti speziati e vini molto profumati, vini dolci con dessert.

v      Per similitudine: Con piatti strutturati saranno impiegati vini di corpo e potenti, mentre con piatti leggeri saranno abbinati vini semplici.

·  Gli abbinamenti più appropriati sul modo di intonare i vini con le pietanze sono per:

v      Antipasti: vini bianchi asciutti, non molto alcolici serviti freddi; sugli antipasti a base di aceto è indispensabile servire vini bianchi o rossi leggeri frizzanti a fermentazione naturale.

v      Minestre, Pasta, Riso: per minestre in brodo o di verdure, vini bianchi secchi un po' alcolici e i vini leggeri.
Per la pasta o riso al sugo di carne o alla salsa di pomodoro sono perfetti i vini rossi, piuttosto leggeri ed i vini rosati, serviti a temperatura tra i 15 e i 16 gradi; per pasta e risotti cotti "in bianco" è preferibile adottare vini bianchi.

v      Pesce: sul pesce bollito sono indicati vini bianchi leggeri; sulle fritture vini bianchi asciutti, di corpo piuttosto alcolico, con 2-3 anni di invecchiamento, servito freddo. Sulle zuppe di pesce, tipo cacciucco, o comunque cucinate con salse piccanti, devono preferirsi i vini rossi leggeri o rosati non troppo alcolici. Sul pesce arrosto vini bianchi a forte gradazione da servire molto freddi.

v      Carne: per le carni bianche sono da preferire vini rossi leggeri, giovani o anche rossi frizzanti. Sulla carne in umido rossi di corpo; sulla carne arrosto e sulla cacciagione sono perfetti i vini rossi, più o meno invecchiati, asciutti e robusti serviti a temperatura ambiente.

v      Uova: vini bianchi non molto freddi si adattano bene per frittate leggere; i rossi di corpo con le frittate o uova cucinate con ingredienti piccanti.

v      Funghi: vini rossi a forte gradazione piuttosto invecchiati

v      Formaggi: vini rossi. Per formaggi piccanti vini rossi a forte gradazione.

v      Dolci e frutta vini liquorosi

Esistono però degli alimenti che non possono essere abbinati a nessun vino. Sono ben rari e la tendenza attuale è quella di ricercare comunque un valido abbinamento anche in questa situazione particolare. Le più diffuse negazioni riguardano:

v      Marinate di carni e pesce in presenza di grandi quantità di limone ed aceto

v      Insalate e verdure condite sempre con limone e aceto

v      Carciofi e finocchi crudi

v      Cioccolato fondente (ma non le pralines, che hanno validi abbinamenti!)

v      Semifreddi e gelati

v      Frutti come uva, fichi ed agrumi

v      macedonie di frutta aromatizzate al liquore

fonte: mangiarebere.com

Periodicamente eseguiamo analisi sensoriali di vini che ci vengono presentati con panel di degustatori professionisti riportandone i risultati. Qualora la Vs. Azienda sia interessata a tale servizio ci faccia pervenire n.2 bottiglie per tipo di vino. I risultati saranno fatti recapitare in Azienda con schede di degustazione, note, ed eventuali indicazioni. Qualora l’Azienda lo ritenga opportuno i risultati potranno essere pubblicati su questo sito. Contattateci per maggiori informazioni.

I vini sottoposti ad analisi sensoriale
 


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sensoriale metodo AEI